sabato 30 marzo 2013

>>>L'onda


>>> L'onda


Ultimamente mi  capita sempre più di frequente di fare 'strane' associazioni.
Non so se ad alcuni di voi è capitato  di leggere il libro o vedere il film
 "L'onda" di Dennis Gansel, ispirato al libro omonimo e  tratto da una storia
vera, avvenuta negli Stati Uniti in una scuola in California.
La trama tratta da Wikipendia:
 

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-Durante la settimana a tema, un insegnante di una scuola superiore tedesca, Reiner Wenger, si trova a dover affrontare il tema dell'autocrazia, benché egli avesse preferito quello dell'anarchia, più vicino ai suoi ideali. Gli studenti, inizialmente annoiati dall'argomento, non credono possibile che una nuova dittatura possa essere instaurata nella moderna Germania, poiché la gente ha imparato dagli errori del passato. L'insegnante decide allora di organizzare un esperimento, in modo tale da dimostrare agli allievi come le masse possano essere facilmente manipolate.
L'esperimento coinvolge la classe stessa e ha inizio con la scelta di un leader, il quale viene individuato nell'insegnante, e l'imposizione di alcune regole basilari. Wenger per far sì che la classe cominci ad essere più unita, cambia la disposizione dei banchi, in modo tale che i gruppetti di amici vengano stravolti e gli studenti meno bravi possano trovarsi vicino a quelli più preparati, insegnandosi l'un l'altro e migliorando nel complesso i risultati della classe. Infine, quando gli studenti vogliono dire qualcosa ad alta voce, devono alzarsi in piedi e dare risposte brevi e concise. Wenger mostra inoltre ai suoi studenti come l'effetto di marciare all'unisono possa farli sentire un'unica entità.
Il passo successivo all'identificazione del gruppo, è quello di dargli un nome, scelto tra varie proposte degli studenti e selezionato tramite votazione. Viene scelto "L'onda" ("Die Welle"). Viene ideato anche un apposito logo. Ogni studente dovrà poi indossare una sorta di divisa, costituita da camicia bianca e jeans, in modo tale da rimuovere le distinzioni individuali e di classe. Inoltre viene inventato un saluto, ovvero la simulazione, fatta con il braccio destro, di un'onda. Due ragazze, Karo e Mona, non accettano le decisioni del gruppo e abbandonano l'esperimento, disgustate da come la classe abbia abbracciato in modo acritico gli ideali dell'Onda.
I ragazzi del gruppo iniziano a diffondere nell'intera città il logo dell'Onda per mezzo di adesivi e bombolette spray, verniciando addirittura le impalcature che nascondono il municipio. Iniziano, inoltre, a tenere feste in cui solo i membri del movimento sono autorizzati a partecipare, osteggiando e discriminando tutti gli altri. Un giovane in particolare, Tim, un ragazzo che sin dall'inizio del film si capisce essere insicuro, sottomesso al più forte e anche psicolabile, inizia a identificarsi in modo ossessivo col gruppo, visto che soltanto al suo interno riesce a sentirsi finalmente accettato. Egli si propone perfino di diventare la guardia del corpo di Wenger.
La forza dell'Onda è sempre più dirompente e ben presto il progetto sembra sfuggire di mano al suo stesso ideatore, il quale non riesce a porvi fine (Wenger, infatti, soffrendo di un complesso di inferiorità rispetto agli altri professori, si sentirà estremamente coinvolto dal gruppo, rendendosi "cieco" a quello che il gruppo sta in realtà diventando) prima che esso conduca a tragiche conseguenze. Alla fine, quando il professore deciderà di sciogliere il movimento, Tim, vedendo distrutta l'unica cosa in cui credeva, prima spara ad un membro dell'Onda, poi si uccide. L'iniziale convinzione degli studenti sull'impossibilità della nascita di una nuova dittatura in Germania risulta così clamorosamente e dolorosamente smentita dai fatti. Wenger, responsabile dell'accaduto, viene arrestato dalla polizia.
***






Ebbene, devo ammettere che il film mi turbò parecchio.
Da alcuni mesi mi capita di provare lo stesso disagio, quando

osservo attentamente il movimento dei grillini.
Aldilà di alcuni programmi portati in campo, molti dei quali pienamente
condivisi, non solo dalla sottoscritta, ma probabilmente da molte
altre persone, trovo evidente l'inadeguatezza dei propositi in
merito alle questioni di un'urgenza tragica che il nostro paese deve
affrontare.
Non mi sento rappresentata, dalla loro incompetenza supportata
da un'arroganza volgare, da una ridicola disciplina dettata
dalla retorica di un comico, infarcita di semplificazione
integrale da predicatore di bar di provincia, che sputa
su tutto senza un  briciolo di autocritica e coscienza in merito
alle stupidaggini che sta dicendo.
Mi vergogno immensamente per il linguaggio usato dal
Signor? Grillo, un'accozzaglia di volgarità, maleducazione
di invettive ed offese contro tutto e tutti.
Chissà perchè provo lo stesso disagio nell'udire questi due slogan:
-Vaffanculo  (grillino)
-Me ne frego (fascista)

giovedì 21 marzo 2013

>>>16 marzo






Il 16 marzo 1977 con il rapimento di Aldo Moro, iniziarono i nostri anni di piombo, a seguire ci  fu tangentopoli e poi
il famoso ventennio dell' edonismo berlusconiano durante il quale  si raggiunse l'apice della corruzione foraggiata da livelli
inquietanti di cattiveria, arroganza, maleducazione, ignoranza impacchettata in una lussuosa confezione patacca.
Il 16 marzo 2013,  35 anni  dopo, assisto incredula e commossa ad un avvenimento rivoluzionario per  la casa della nostra democrazia,
all'elezione ed all'insediamento dei due presidenti del nostro parlamento, camera e senato, nelle persone della Boldrini  e Grasso.
Nel 1977 io ero già grandicella, avevo già vissuto la mia rivoluzione sessantottina, ero immersa in disegni pieni di speranza  e
cambiamento. Credevo in un mondo migliore per tutti, in una società più giusta, nella libertà dell'individuo in una coscienza
sociale rivolta all'equità ed alla tolleranza.
Ricordo quel mattino di marzo del 77, come fosse  oggi. Lo stupore ed il gelo che paralizzò i miei sogni. La sensazione che
tutto ciò che mi circondava trattenesse il respiro, che tutto si fosse fermato.
Seguirono mesi tristissimi, il '77 appunto. La fine della nostra rivoluzione, la fine di Radio Alice, i carri armati a Bologna.
La  mia Goldrake,  fuoristrada superstar, che risaliva Via San Felice, mentre drappelli di ragazzi correvano  nel senso opposto.
Eravamo io e la Susy. Arrivate  sotto le due torri,  ricordo la Susy esclamare - Ma dove corrono Bifo e gli altri? ..guarda Calimero,
anche lui taglia per Via Zamboni.- poi arrivate all'incrocio con  Via Indipendenza la Susy iniziò ad urlare: -Non guardare a destra,
non guardare a  destra...vai per Santo Stefano...
Naturalmente io guardai subito a destra e vidi l'incredibile. I celerini schierati a scudo con manganelli che risalivano  Via indipendenza
a  poche  decine di metri dalla mia Goldrake.
Strade deserte presidiate dai carri armati i giorni seguenti.
Dopo 35 anni, il 16 marzo 2013, ho sentito per la prima volta, due alte cariche dello Stato parlare la mia stessa lingua.