giovedì 31 gennaio 2013
>>Après Mai
"La rivoluzione del '68 ha avuto un risultato estetico e non politico" questa è l'opinione del regista Assayas, ma non è la mia. Il film è senza dubbio una
rivisitazione estetica fatta con grazia e garbo di un movimento che a mio parere, invece, ha "rivoluzionato" il costume in generale e la condizione femminile in particolare.
Il film è amaro,e la visione dell'autore, a me pare di parte.
Assayas, il regista, appartiene indubbiamente all'alta borghesia parigina, altrettanto gli altri protagonisti della vicenda, come la fidanzata Laure . Molto maschilista è anche la visone
delle donne nel contesto. Sembrano delle Groupie.
Ho sempre contestato chi ha dato una visione negativa dei movimenti sessantottini.
Se il '68 ha modificato estremamente in positivo la mia vita, suppongo che sia successo altrettanto per altre persone e credo non poche.
La 'rivoluzione culturale' c'è stata e chi la nega è un superficiale.
Grazie al '68 io sono diventata la persona che volevo essere, certamente la 'cultura' della nostra società, negli anni 50 e primi 60 non me lo avrebbe permesso.
> Nel film i personaggi maschili sono scettici, altalenanti nel proprio blando romanticismo e decidono delle loro vite in autonomia, le femmine sono più dipendenti, più insicure e hanno bisogno di un mentore, o banalmente un fidanzato, per appropriarsi di una posizione nel mondo.<
Più che altro questo mi descrive la retromarcia dell'ultimo decennio.
Non voglio negare che per molti si è trattato proprio di un percorso di disagio giovanile e niente più, ma il regista ne fa un patchwork di eleganti luoghi comuni, sopratutto estetici, togliendo ogni incanto ad una generazione che ha modificato enormemente la cultura occidentale degli ultimi 50 anni.
domenica 13 gennaio 2013
domenica 6 gennaio 2013
>>dabbenaggine
Che gli Italiani siano autolesionisti, direi proprio che non ci sono dubbi.
Lo dimostriamo proprio in questo clima pre-elettorale, anzi no, lo dimostriamo sempre.
Il guaio è che ci crediamo anche furbi.
I nostri guai li sbanderiamo al mondo e dopo tanti mea culpa e piagnistei, li andiamo a cercare
di nuovo.
Ma ti pareva! Or, volendo essere obiettivi, neanche gli altri stati profumano di santità.
Proviamo un pò a snocciolare nomi, prendiamo (per rimanere giusto in tempi abbastanza recenti)
un Reagan, un Nixon, un Mccarthy ( alla faccia dei sognatori della California Dreams), prendiamo
una Goldman Sachs, prendiamo la sanità americana e gli sfrattati per strada.
Cambiamo luogo. Tralasciando gli orrori della Germania inizio 900, l'aquila teutonica non brilla tutt'ora di generosità.
Se hanno un problemino, per esempio i cetrioli velenosi, sbolognano la responsabilità alla Spagna,
se proprio non ci riescono ' dimenticano il problema '. Pure le mozzarelle blu, ma tu guarda, gli
Italiani si lamentano per qualche mozzarella blu. Che ingrati! Per non parlar di fonderie ....
Proviamo l'Inghilterra?..l'Irlanda? ..l'Olanda? che fanno? in odor di peccato..abbassano il volume.
E la patrimoniale? L'Obama c'è riuscito al 2° mandato, udite udite...correva l'anno 2013.
Il caro Depardieu i benefici del cuore italiano dei pelati Cirio, li esporta in Russia.
E così tra pizza, spaghetti ed il nostro caballero loro sghignazzano sui fatti nostri e si fanno i fatti loro.
A questo punto vi chiederete, bè!.. che c'è di nuovo?
Se non ci fosse un Benigni che snocciola un nostro dignitoso passato recente e ci ricorda certe
nostre invidiabili teste toste che hanno cucito una democrazia quasi perfetta, non mi stupirei
di tanta nostra dabbenaggine.
Ebbene quasi quasi scommetto che dopo tanta corruzione sbandierata, i figli di Giussano si alleeranno
ancora con i Pirelloni, che i tutori antimafia si infangheranno vicendevolmente, che i grilli continueranno
a frinire, frinire, frinire e che in parlamento siederanno ancora ladri e cicisbei, perchè gli Italiani li voteranno ancora.
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