e la Tour Eiffel
Coppelia e amica davanti al
Trocadèro
fotografate da passante
(Coppelia ha i pantaloni rossi)
>>>la prima volta a Parigi
Era il 1972, Coppelia, ancora diciassettenne, insieme all'amica
Paola, dopo una lunga notte insonne sul treno, toccarono con
i piedini la banchina della Gare de Lyon. Una grande avventura le stava aspettando,
2 settimane a Parigi, tutte sole.
Come base per dormire avevano l'indirizzo della sorella della perpetua del
parroco del loro paese, mentre per il giorno avevano la totale libertà di
vivere tutta l'avventura sognata durante l'ultimo anno trascorso in trepidante attesa.
Furono 15 giorni di scarpinate memorabili e menù fisso di baguette
e prosciutto cotto. E meno male che Parigi era dotata di un Metrò
straordinario. Dall'alba al tramonto il Louvre, il Musèe d'Orsay, Notre Dame,
le Sacre Coeur, Montmartre, San Germain, le Trocadèro, il mercato delle pulci, les Chaps Elisè e persino
Versailles e le Bois de Boulogne, mancò solo le Centre Pompidou
perchè non esisteva ancora, Coppelia lo visitò la seconda volta che vide Parigi.
A Coppelia sembrava di vivere in un film, tutto era meravigliosamente a grande respiro di libertà.
I parigini, ma sopratutto le parigine , apparivano così emancipate e sicure di sè.
Invidiava quelle ragazze sedute sole nei bistrot con la sigaretta tra le dita ed un libro aperto tra le
mani, quell'aspetto un pò bohemien. Ovviamente si immedesimava nelle sue muse Simone De Beauvoir, Anais Nin,
Juliette Greco. Nella sua piccola biblioteca, già allora erano presenti tutti i libri della Beauvoir e della Nin,
ma anche tutti gli Esistenzialisti. Era tutto reale, lì davanti ai suoi occhi.
A sorpresa ci fu anche una notte di bagordi.
La penultima sera di soggiorno, la figlia della signora che le ospitava, le invitò a cena a casa sua e dopo cena lei
ed il marito offrirono alla ragazze una serata al Moulin Rouge. Già allora il Moulin Rouge era diventato
un locale per turisti, niente di particolarmente osè. Coppelia invece ingenuamente osò.
Notoriamente la fanciulla era ed è quasi astemia. La dose massima di spumante che si può
permettere è un dito nel flute o mezzo dito nella coppa. Quella sera gli ospiti offrirono champagne
alle fanciulle e Coppelia poco avezza alla mondanità, non sapeva che il cameriere che le stava accanto
aveva il compito di riempire il bicchiere ogni volta che lei lo vuotava. Fortunatamente per gli ospiti che offrirono
la serata, Coppelia dopo il terzo bicchiere si rese conto non essere in grado di andare oltre e chiese scusa al cameriere,
perchè non si sentiva tanto bene e non riusciva a bere anche il quarto.
Le ragazze. rientrarono poi in Italia stanchissime e gasatissime, ma sopratutto un pò parigine.
Ma perchè riaffiorano, apparentemente senza motivo, questi ricordi nella testolina di Coppelia?
Ebbene, perchè dagli anni '70 al 2014, durante tutti i soggiorni vacanzieri in Italia, al mare ( Tirreno, Ligure, Adriatico,
Ionio), nelle città d'Arte, nei borghi ecc...ecc. Coppelia non ha mai incontrato ragazze sole (ma anche ragazzi) sedute in un caffè
o su di una panchina (ovviamente non in prossimità di scuole), immerse nella lettura di un libro, per il semplice
piacere di leggere un libro.
Se per caso vi capita d'incontrarne una, una ragazza pò matura, ebbene si tratta sempre di Coppelia-