Era l'inizio dell'estate, esplosa così all'improvviso, senza misura.
Oltre 30° gradi ed il consueto mantello di vapore umido che acquerellava i colori
pastello della pianura del Po, sfumava tra le mura cinquecentesche di
Sabbioneta, splendida residenza Gonzaga.
Luogo: un parco Liberty,con festa in Plein Air.
Pomeriggio di fine maggio, Clea era agitatissima, stava esponendo i suoi lavori. Li aveva
trasportati personalmente. Nell'allestire il suo piccolo spazio all'ombra di un'enorme
tiglio, la collana di ametiste viola a più giri intorno al collo, si era strappata
e le piccole pietre irregolari si erano nascoste tra i fili d'erba del prato.
Piegata in 2, stile mondina, cercava di raccogliere i grani sparsi nel prato.
Quasi subito comparve accanto alla sua testa rovesciata, il volto sorridente di
un signore gentile.
-Serve aiuto?- chiese il signore gentile, con un pizzico di ironia.
Clea con il viso paonazzo, sollecitato sia dalla posizione a testa in giù, che
dalla situazione imbarazzante, rispose:
-Grazie-
Ultimata la raccolta, Clea di nuovo in posizione verticale, si ritrovò con gli occhi,
all'altezza del petto del gentile signore. Quando finalmente i suoi occhi,
riuscirono ad inquadrarne il volto, di nuovo il suo
viso divenne color porpora. Il gigante che aveva di fronte, era molto, ma molto,
praticamente moltissimo somigliante a George Clooney .
Con molto imbarazzo, lo ringraziò e con una disinvoltura, per niente credibile,
continuò il suo lavoro, fingendosi molto indaffarata.
La giornata comunque era destinata ad uno svolgimento in continuo
stato di agitazione. Infatti il gentile signore che d'ora in poi chiameremo Paul,
non si allontanò più da Clea, e le fece per tutto il giorno da cavalier servente, procurandole
in continuazione bibite fresche e leccornie varie, prelevate qui e là nei vari buffet allestiti
nel parco.
A sera Paul aiutò Clea a caricare tutto il materiale esposto sulla macchina e mentre la
sciagurata cercava parole appropriate per ringraziarlo, lui a tradimento le prese il volto
tra le mani e la baciò, lasciando sbigottiti anche tutti i partecipanti alla festa che stavano
preparandosi alla partenza.
Clea in stato simil comatoso, rientrò alla base, non si sa bene neanche come.
A casa l'aspettavano gli amici che avevano programmato una serata in pizzeria.
Essendo assai visibile lo stato confusionale della poveretta, si rendeva necessario
dare una spiegazione.
-Per la miseria- disse- ho incontrato l'uomo dei sogni
Continua.....
stato confusionale ?? doveva essere uno tosto con un sacco di proiezioni addosso
RispondiEliminaNiente paura DR. Soffio, vedrà, vedrà nonostante il tipo tosto, La Clea sa essere anche pragmatica. D'altronde cosa c'è di meglio nella vita del succedersi di colpi di fulmine, temporali ed arcobaleni.
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