Il 16 marzo 1977 con il rapimento di Aldo Moro,
iniziarono i nostri anni di piombo, a seguire ci fu tangentopoli e poi
il famoso ventennio dell' edonismo berlusconiano
durante il quale si raggiunse l'apice
della corruzione foraggiata da livelli
inquietanti di cattiveria, arroganza,
maleducazione, ignoranza impacchettata in una lussuosa confezione patacca.
Il 16 marzo 2013,
35 anni dopo, assisto incredula e
commossa ad un avvenimento rivoluzionario per
la casa della nostra democrazia,
all'elezione ed all'insediamento dei due
presidenti del nostro parlamento, camera e senato, nelle persone della
Boldrini e Grasso.
Nel 1977 io ero già grandicella, avevo già
vissuto la mia rivoluzione sessantottina, ero immersa in disegni pieni di
speranza e
cambiamento. Credevo in un mondo migliore per
tutti, in una società più giusta, nella libertà dell'individuo in una coscienza
sociale rivolta all'equità ed alla tolleranza.
Ricordo quel mattino di marzo del 77, come
fosse oggi. Lo stupore ed il gelo che
paralizzò i miei sogni. La sensazione che
tutto ciò che mi circondava trattenesse il
respiro, che tutto si fosse fermato.
Seguirono mesi tristissimi, il '77 appunto. La
fine della nostra rivoluzione, la fine di Radio Alice, i carri armati a
Bologna.
La mia Goldrake, fuoristrada superstar, che risaliva Via San
Felice, mentre drappelli di ragazzi correvano
nel senso opposto.
Eravamo io e la Susy. Arrivate sotto le due torri, ricordo la Susy esclamare - Ma dove corrono
Bifo e gli altri? ..guarda Calimero,
anche lui taglia per Via Zamboni.- poi arrivate
all'incrocio con Via Indipendenza la
Susy iniziò ad urlare: -Non guardare a destra,
non guardare a
destra...vai per Santo Stefano...
Naturalmente io guardai subito a destra e vidi
l'incredibile. I celerini schierati a scudo con manganelli che risalivano Via indipendenza
a
poche decine di metri dalla mia
Goldrake.
Strade deserte presidiate dai carri armati i
giorni seguenti.
Dopo 35 anni, il 16 marzo 2013, ho sentito per la
prima volta, due alte cariche dello Stato parlare la mia stessa lingua.
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DIMMI