sabato 25 febbraio 2012

l'educazione sentimentale





Quando si dice ’70.

Correvano i bellissimi ’70 (….e come correvano!),e quella sera io e Lei, la fedele compagna,
l’unica, indimenticabile Goldrake dei salden del fiume nazionale,
ovvero fuoristrada scapottata, con decò a cuoricioni rossi e soprascritte
‘ ti voglio bene’, eravamo parcheggiate d’innanzi alla fontana luminosa
in prossimita’ del teatro.

Ovviamente era di” maggio “, era di notte, era un tripudio di olezzi a
tigli e gelsomini a go go.

Il trend d’epoca imponeva, gonna jeans inguinale con sottogonna
in tulle frù frù alla Bertè, camicia in SanGallo a pelle (la biancheria intima era aut,
il primo reggiseno lo indossai dopo i 40 per motivi tecnici), e occhiale da sole
con montatura bianca formato occhi di gatta (cioè diva holliwoodiana), il tutto
portato con estrema disinvoltura e stile.

Dunque dicevamo, ero parcheggiata sul posteriore della mia Goldrake, ed aspettavo
la Susy, che in teoria doveva seguirmi, con la
128 coupè, ultimo reperto del modello, di proprietà del suo fidanzato di cognome e di
fatto bagordo.

In programma il teatro ed al rientro dovevamo consegnare il coupè del bagordo al bagordo. Appunto.

10 minuti. Un quarto d’ora. Di Susy nessuna traccia. La folla davanti al teatro si era ridotta.
Che fare? Entrare, non entrare.
Ultimo giro di perlustrazione oculare.
Caspita! L’uomo dei sogni era parcheggiato sul posteriore della macchina accanto.
Un sogno. Modello Nick Drake 90%..
>>>>>>Non avevo più dubbi, era il caso d ‘aspettare la Susy, cioè almeno fino al momento in cui la situazione lo richiedeva.
Infatti, infatti il Nick Drake,che di nome faceva Pablo (frutto d’incrocio greco-americano) lì,lì mi rivolse la parola.

-Ciao – con accento anglo>americano.
-Ciao – il mio accento invece, con cantilena emiliana, da flop.

Pablo non ci fece caso, oppure lo trovò estremamente indigeno e sexy, già già questa è l’ipotesi migliore, perché la cosa ebbe sviluppi imprevedibili.

Dunque. Dialogo:

-Come ti chiami- lui
-Clea- io
-Aspetti qualcuno ?- lui
-Aspetto Susy, un’amica e tu ?- io
-Anch’io aspetto amici- lui.
Insomma la cosa aveva preso questa piega,-….e stava diventando interessante.

Solite frasi d’abbordaggio.
Sei straniero? Cosa fai qui in Italia?Ah studi medicina! Ecc..ecc….(io)
Come mai qui stasera? Ah, teatro! Nella vita cosa fai?Ecc. ecc. (lui)

bla bla bla e intanto facevo radiografia,
Era proprio tutto tutto perfetto lui.
E lui?
Forse radiografava me, ma probabile su scala diversa.
Beh!.. nel frattempo il teatro aveva chiuso le porte, il pubblico entrato e la Susy? Nessuna traccia.

Constatazione confermata dal Pablo, che cogliendo l’occasione da perfetto furbetto..,
-Ora che fai?- lui.
Boh! ..faccio io – torno a casa…-
-Mi daresti un passaggio in stazione?- (..in stazione?- Pensai).
-Certo. Sali- e gli indicai la mia Goldrake superstar, che lui aveva già ammirato con occhio luccicante.

Arrivati in stazione, dopo qualche minuto di silenzio…
-Uhm! Non c’è nessuno. Mi porti a casa?-
Che tipo però!.. . Che cavolo eravamo  venuti a fare in stazione…
.

Pablo  mi passò le indicazioni … … Che portarono ai grattacieli alveare sulla tangenziale
-Ecco! Sono arrivato- Pablo mi guardò sorridendo.
-Vuoi salire?-
- No, no grazie. Torno a casa- ero un po’ preoccupata per Susy, era il caso di perlustrare di nuovo la zona teatro.

Perlustrazione fallita. Solo nottambuli (tipo la sottoscritta)
Rientrando mi scappò l’occhio sul tappetino del sedile accanto.
Un sacchettino bianco che aveva tutta l’aria di essere estraneo al bailamme dell’abitacolo della mia Goldrake-
Un sacchettino di farmacia . Il Pablo aveva dimenticato il sacchetto dei medicinali sulla mia macchina.
Si rendeva necessaria la restituzione, Ah! ,,ma tu guarda il caso!,lo zampino….

……e fu così che l’indomani,,, mi ritrovai ai pedi dell’alveare sulla tangenziale,
in procinto di fare visita al Nick Drake 90% dei miei sogni.

‘Ti aspettavo!’ disse il Pablo al citofono.
(Woww!) pensai io. (Ma guarda un po’ che strategia. Woww wowww).
Ascensore. 5° piano. Lui sulla porta.-
- Forza entra- sorridendo.

Gesù! Gesù! Gesù! (figli di Maria non scrivetemi. Sono Atea. Trattasi di vezzo rubato a Woody Allen).
Gesù! La prima cosa che vidi entrando, ecco….un altare innalzato al dio Kamasutra.
Cioè una cosa a forma di collina a terrazze, colma di statuine in ceramica raffiguranti le varie posizioni del Kamasutra.
Il Pablo notò subito il mio stupore e mi tranquillizzò subito.
-Sono gay.- disse.
Cristo!,, tutte le mie aspettative in fumo. Questa dichiarazione mi servì da sedativo.
Visita all’appartamento, compresa camera da letto tappezzata di poster, beh insomma!,,si piena di machi ripresi sul lato B.
Passammo all’album di foto di famiglia. Tutto regolare. Mamma, papà e per sfondo una Grecia molto Grecia.
Thè di repertorio. Cataste di libri di medicina. Musica di sottofondo.
Un tranquillo pomeriggio di maggio.
-Ah!,,,a proposito…. –ad un certo punto il Pablo
-Sta arrivando un conoscente, a lui piacciono a tre e siccome ti stavo aspettando…ho pensato d’invitarlo ._
Per la miseria, non potevo crederci, forse avevo capito male.
-A tre?- feci io.
-Si.- disse lui – facciamo sesso in tre.
Oddio, oddio che ci facevo io tra due gay!
-Ehm! Veramente mi stanno aspettando,- risposi - avevo detto che mi fermavo pochi minuti,
i miei amici saranno incazzati.-
Raccolsi armi e bagagli infilai l ’ascensore e mi fiondai dal bagordo che abitava lì in città.
Raccontai l’accaduto al bagordo, che solidale come al solito si scompisciva dalle risate.
- Hai rimorchiato un marchettaro.
- Faceva marchette. In stazione non è sceso perché non c’erano clienti.- spiegò il bagordo.
- evidentemente, facevi al caso suo per un cliente dai gusti raffinati.- proseguì ridendo come un matto.
-E io che ci facevo tra due gay?- chiesi.
- Come , che ci facevi! Ma che cazzo, chissà cos’era disposto a sganciare
il conoscente- concluse il bagordo.



2 commenti:

  1. Le fai tu le vignette?

    RispondiElimina
  2. Le vignette sono di Coppelia. Coppelia però non è vignettista e nemmeno scrittrice, improvvisa..

    RispondiElimina

DIMMI