venerdì 21 marzo 2014

>>> La Signora Maria






Quando Clea vide la Signora Maria entrare sola,  con il suo cappottino grigio di sempre,
il fazzoletto scuro annodato sotto il mento, il passo incerto e gli occhi timidi, provò una stretta al cuore.
La Signora Maria era sempre stata trasparente, quasi invisibile, Clea non  aveva mai sentito la sua voce.
Seguiva sempre il marito un passo indietro, in paese nessuno aveva mai speso pettegolezzi o apprezzamenti
su di lei. Usciva solo per la spesa.
Clea  ed il suo collega incrociarono lo sguardo, sapevano che la Signora Maria era rimasta vedova da pochi giorni.
Si alzarono subito in piedi e si avvicinarono al bancone per porgere le condoglianze ed offrirle il loro aiuto, nel
sbrigare le pratiche richieste dalla circostanza.
La Signora Maria si avvicinò timida.
Clea e Francesco le strinsero la mano.
"Condoglianze Signora Maria, siamo sinceramente dispiaciuti per la scomparsa di suo marito" dissero.
La Signora Maria abbassò gli occhi ed in un sussurro disse:
"Sapete, non sono mai stata così bene".


mercoledì 5 marzo 2014

>>> ma che barba questi esterofili




>>> ma che barba questi esterofili!!!



Lunedì 3  marzo 2014, L 7 trasmissione 8 1/2, si parla della "Grande Bellezza".
A Coppelia si rizzano le orecchie e non solo, anche i capelli.
Ma di che sproloquia questo Buttafuoco!!!
Ma che  dice! Un film che non ha una storia da raccontare? Un film che
ripropone i luoghi comuni sugli italiani e rende una brutta immagine dell'Italia
all'estero?
Ma stiamo scherzando!!!Al contrario.
Rivedendolo non si può che apprezzare di più.
Roma è bellissima, struggente, malinconica e decadente.
Non si racconti che quei party  volgari e pacchiani sulle terrazze romane sono
 una prerogativa dell'Italia decadente, non evocano forse una Hollywood che noi tanto enfatizziamo?
O, se vogliamo, tutte le società opulente e decadenti della storia? Dalla Francia dei Luigi,
all'antica Roma, Grecia,  e tutte le grandi civiltà che giunte ad un alto grado di opulenza
si sono dedicate ad  uno  abuso della leggerezza senza freni e priva di codici morali ed etici?
Secondo appunto; la piccola citazione di Proust fatta dall'idiot sauvant figlio della ristoratrice, non
è forse un appunto sull'aristocrazia vuota e vacua dedita al pettegolezzo salottiero, alla maldicenza,
come nei salotti proustiani  dai  Guermantes.
Che  goduria inoltre quella presa per i fondelli di un certo filone di arte contemporanea molto
discutibile sui contenuti e sulla qualità.
Infine, quando Sorrentino stesso ammette l'influenza Felliniana sul suo lavoro..beh! per Coppelia
non può essere più palese di così.
Sorrentino non evoca forse un Mastroianni invecchiato ai giorni nostri della "Dolce Vita" di Fellini? 
Anche  il racconto c'è. La fine del racconto è al termine del film, quando a Sorrentino viene chiesto
perchè ha scritto un solo libro e poi non ha più scritto. -Perchè ha cercato la grande bellezza,
ma non l'ha trovata-