sabato 28 giugno 2014

>>> la prima volta a Parigi

Coppelia
e la Tour Eiffel



                                        Coppelia e amica davanti al
                                                         Trocadèro
                                        fotografate da passante
                               (Coppelia ha i  pantaloni rossi)                                                   







>>>la prima volta a Parigi

Era il 1972, Coppelia, ancora diciassettenne, insieme all'amica
 Paola, dopo una lunga notte insonne sul treno,   toccarono con
i piedini la banchina della Gare de Lyon. Una grande avventura le stava aspettando,
 2 settimane a Parigi, tutte sole.
Come base per  dormire avevano l'indirizzo della sorella della perpetua del
parroco del loro paese, mentre per il  giorno avevano la totale libertà di
vivere  tutta l'avventura sognata durante l'ultimo anno trascorso in trepidante  attesa.
Furono 15 giorni di scarpinate memorabili e menù fisso di baguette
e prosciutto cotto. E meno male che Parigi era dotata di un Metrò
straordinario. Dall'alba al tramonto il Louvre,  il Musèe d'Orsay, Notre Dame,
le Sacre  Coeur, Montmartre, San Germain, le Trocadèro, il mercato delle pulci, les Chaps Elisè e persino
Versailles e le Bois de Boulogne, mancò solo le Centre Pompidou
perchè non esisteva ancora, Coppelia lo visitò la seconda volta che vide  Parigi.
A Coppelia sembrava di vivere in un film, tutto era meravigliosamente a grande respiro di libertà.
I parigini, ma sopratutto le parigine , apparivano  così emancipate e sicure di sè.
Invidiava quelle ragazze sedute sole nei bistrot con la sigaretta tra le dita ed un libro aperto tra le
 mani, quell'aspetto un pò bohemien. Ovviamente si immedesimava nelle sue muse Simone  De Beauvoir, Anais Nin,
Juliette Greco. Nella sua piccola biblioteca, già allora erano presenti tutti i  libri della Beauvoir e della Nin,
 ma anche tutti gli Esistenzialisti. Era tutto reale, lì davanti ai suoi occhi.
A sorpresa ci fu anche una notte di bagordi.
La penultima sera di soggiorno, la figlia della signora che le ospitava,  le invitò a cena a casa sua e dopo cena lei
ed il marito  offrirono alla ragazze una serata al Moulin Rouge.  Già allora il Moulin Rouge era diventato
un locale per turisti, niente di particolarmente osè. Coppelia invece ingenuamente  osò.
Notoriamente la fanciulla era ed è quasi astemia. La dose massima di spumante che si può
permettere è un dito  nel flute  o mezzo dito nella coppa. Quella sera gli ospiti offrirono champagne
alle fanciulle e Coppelia poco avezza alla mondanità,  non sapeva che  il cameriere che  le stava accanto
aveva il compito di riempire il bicchiere ogni  volta che lei lo vuotava. Fortunatamente  per gli ospiti che offrirono
la serata, Coppelia dopo il terzo bicchiere si rese conto non essere  in grado di andare oltre e chiese scusa al cameriere,
perchè non si sentiva tanto bene e non riusciva a bere anche il quarto.
Le ragazze. rientrarono poi in Italia stanchissime e gasatissime, ma sopratutto un pò parigine.
Ma perchè riaffiorano, apparentemente senza motivo, questi ricordi nella testolina di  Coppelia?
Ebbene, perchè dagli anni '70 al 2014, durante tutti i soggiorni  vacanzieri in Italia, al mare ( Tirreno,  Ligure, Adriatico,
Ionio), nelle città d'Arte, nei borghi ecc...ecc. Coppelia non ha mai incontrato ragazze sole (ma anche ragazzi) sedute in un caffè
o su di una panchina (ovviamente non in prossimità di scuole), immerse nella lettura di un  libro, per il semplice
piacere di leggere un libro.
Se per caso vi capita d'incontrarne  una, una ragazza pò matura, ebbene si tratta sempre di Coppelia-

domenica 15 giugno 2014

>>> ancora qui



Coppelia è ancora qui.  Latitanza dovuta a poco  tempo e stato confusionale da bombardamento impietoso di notizie, informazioni, eventi,
riflessioni lampo su  di una  contemporaneità politica,economica, sociale scioccante.
Tanto  per non parlare di grillismi, berlusconismi e renzismi, oggi  Coppelia si sofferma su di un argomento 'antico' 
irrisolto  e dal punto di vista di  Coppelia ancora senza spiegazioni.
Perchè gli uomini odiano le donne?
Argomento che per Coppelia merita riflessioni quotidiane, grazie a quotidiane notizie su barbarie  operate
sulle donne.  Di femminicidio se ne parla ormai tutti i giorni e lasciamo perdere.  Andiamo oltre o per essere precisi,
torniamo al passato.
Alcuni giorni fa, sul quotidiano Repubblica, è apparso un articolo sui " Piedi di loto "
Eccolo:
   



**********************





Cina, le ultime donne dai "piedi di Loto": la fotodenuncia
Il fotoreportage è di questi giorni, ma tradizione millenaria: risale ai tempi della dinastia Song e nonostante la pratica sia stata bandita nel 1911 in molte aree rurali della Cina ha resistito fino al 1939. Quelle che vedete in queste foto, quindi, sono le ultime donne con "piedi di Loto", minuscoli e deformati a causa dell'assurdo rito che voleva, per le bambine appartenenti a classi agiate, l'obbligo di conservare piedi minuscoli come un fiore di Loto quale simbolo di bellezza, status e promessa di obbedienza al futuro marito. Il reportage "Living History: bound feet woman in China" è Jo Farrel, fotografo che vive a Hong-Kong e che da 8 anni viaggia nel Paese raccogliendo ritratti e storie di queste donne, tutte tra gli 80 e i 90 anni: "Sono tra le persone più dignitose che abbia mai incontrato. Vorrei che il mio lavoro fosse diffuso (attraverso la piattaforma di crowfunding Kikstarter cui è registrato il progetto) perché le immagini e le storie possano essere divulgate grazie anche ai musei e alle fondazioni in modo che resti la memoria anche per le nuove generazioni. Alcune di queste donne sono decedute prima che potessi rendere pubblico il mio lavoro...". La tradizione barbarica della fasciatura dei piedi avveniva tra i 4 e i 9 anni per frenare il naturale sviluppo dei piedi; la fasciatura avveniva soprattutto in inverno, quando i piedi delle bambine erano "anestetizzati" dal grande freddo. Il tutto preceduto da un lungo bagno in ammollo in una mistura di erbe e sangue di animale per ammorbidire pelle ed unghie. Le dita venivano poi ripiegate su se stesse e pigiate indietro a costo di romperne le ossa. Il passo successivo erano fasciare il tuttoi per contenere le ferite e controllarne la crescita

**********************
L'articolo è corredato da foto sconcertanti.
Da qui le riflessioni di Coppelia sono lievitate, sono passate all'infibulazione, alla lapidazione, all'usanza indiana
di bruciare vive  le mogli quando la dote è sfumata,  alla stessa usanza usata dall'inquisizione nel bruciare le
streghe, al vetriolo, a quasi tutte le religioni che hanno demonizzato le donne, l'elenco è infinito.



Cercando su Google sul  tema femminicidio, si legge di saggi scritti su maschi violenti,
ma qui non si tratta di maschi violenti. siamo oltre, è un fenomeno che precede la mia conoscenza
storica sull'argomento, è un fenomeno culturale quasi universale.  Le rare comunità matriarcali, conosciute
da Coppelia, sono sopravvissute pochissimo a causa dell'indole pacifica di questi popoli.
E' una storia di potere sicuramente.
Ma a che scopo?