martedì 7 maggio 2013

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A  parte l’insostenibile opulenza e degrado della famigerata ‘casta’, e non è poco, il prototipo
dell’italiano medio, è decisamente orientato sul masochismo depresso o ridanciano-.
In Italia c’è tanta bella e brava gente, per non parlar di geni e talentuosi  che, dico io,
si potrebbe fare invidia a mezzo mondo.
Si tratta di talento distribuito con misura imparziale nel fare e nel disfare.
Talenti nelle arti e nei mestieri, ed anche grandi geni nelle scienze.
Allora, io mi chiedo, perché si sbava a corteggiar mediocrità straniere, per sbeffeggiare poi
in casa nostra,  il peggio che siam riusciti ad organizzare per mortificare chi del proprio
genio ci mette il meglio.
Ciò che più stupisce è il limite che spesso dimostrano gli stranieri nel criticare il
nostro ‘bel’ paese,  compreso scrittori di fama, che non si limitano a dissertare sull’abbandono o
sull’incuria   con i quali trattiamo i nostri ‘beni culturali” (e fin qui hanno ragione), ma che, con ridicola supponenza
criticano anche la qualità del nostro patrimonio artistico ed architettonico, osando
ripeto osando confronti,   per esempio, con  complessi architettonici americani.
Mi è capitato  di leggere nel diario di John Cheveer  alcune critiche
incredibili  rivolte alla qualità dei nostri beni artistici.
Da segnalare anche il polpettone di Gilbert Elizabeth, “ Mangia, prega , ama”, classificato come
Bestsellers (?) , nel quale si racconta del soggiorno dell’autrice in Italia in funzione della buona
cucina considerata terapeutica.  Questo libro che ho trovato noiosino, è infarcito di luoghi  comuni,
a mio parere,  quasi  ridicoli. La visione della cultura dei popoli (Italia, India, Indonesia)  limitata
alla funzione dei luoghi comuni che circolano su queste realtà, al contrario piene di storia e di cultura.
( Esiste anche la versione cinematografica con Julia Roberts)
Viceversa, noi italiani siamo esageratamente esterofili, ed importiamo usi e costumi, a mio parere, qualitativamente
certamente non migliori dei nostri.
Siamo disposti ad applaudire mediocrità, purchè sia straniera
Ad esempio, da alcuni anni, ho riscontrato, in occasione nelle mie uscite a teatro, in alcune
nostre  produzioni, una qualità superiore  rispetto alle produzioni straniere.
L’ Aterballetto del Teatro Emilia Romagna, a mio parere, da alcuni anni presenta lavori nettamente
superiori per tecnica, coreografia, scenografia, perfezione  della gestualità e sincronia, creatività, rispetto
alle opere delle compagnie estere.
Ed incredibile a vedersi, il pubblico Italiano premia con applausi ed ovazioni prolungate le compagnie americane e riserva
trattamenti più modesti ai nostri conterranei.


2 commenti:

DIMMI